Il ruolo del Nucleo Parabrachiale nella storia naturale del tinnito e le sue implicazioni

In questo articolo viene suggerito il trattamento precoce con alte frequenze in caso di tinnito severo allo scopo di impedire la cronicizzazione del problema.

L’Audiopsicofonologia secondo Tomatis da oltre una cinquantina d’anni interviene esattamente utilizzando le frequenze alte ed ultra alte con risultati apprezzabili.

Di seguito viene riportata una sintesi dell’articolo di Lenhardt pubblicato nel 2007 su The International Journal of Tinnitus.

Oltre un decennio fa Shulman ha proposto l’esistenza di una via neurologica finale comune composta da aree uditive e non che sostengono e mantengono il tinnito severo e disabilitante. La via finale comune per il tinnito (FCP) è il risultato della trasformazione di uno stimolo uditivo aberrante in uno stimolo con alto carico emotivo, comprendente il sistema del lobo temporale mediale, ed avente come inizio l’instaurarsi di una memoria uditiva paradossa per uno stimolo uditivo aberrante. La FCP è dinamica in relazione al fatto che le varie funzioni cerebrali coinvolte hanno influenza sulla percezione coscente del tinnito. A conferma di questa ipotesi si accumulano sempre più ricerche iconografiche e fisiologiche. Le aree cerebrali coinvolte si trovano nei lobi frontali, temporali, temporali mediali, parietali, nei gangli della base e nel cervelletto. E’ noto che la perdita di udito spesso associata al tinnito può portare ad una riprogrammazione neurale a livello talamico e corticale. Una simile plasticità può agire come innesco per la creazione della FCP, ma ciò sembrerebbe richiedere tempo. In altri casi, invece, la FCP si instaura molto precocemente nel processo di cronicizzazione del tinnito. In questo caso, rimane ancora da rispondere alla domanda su quale sia l’intervallo di tempo necessario perchè si crei e si completi la FCP alla presenza iniziale dello stimolo uditivo aberrante e della sua memoria paradossa. Vediamo in dettaglio cosa accade esaminando le varie strutture coinvolte.

Il nucleo parabrachiale (PBN). E’ localizzato vicino al lemnisco laterale e al collicolo inferiore e mostra reattività immunocitochimica al proto-oncogene c-fos. La stimolazione elettrica della coclea evoca una reazione c-fos nel PBN laterale suggerendo che un’esposizione periferica al suono può effettivamente indurre un’attivazione immediata del nucleo. E’ stato dimostrato che il PBN è interconnesso sia con il sistema uditivo sia con quello del lobo temporale mediale, con le cortecce frontali e col cervelletto. Tutte queste aree cerebrali sono attive nel tinnito umano e sono componenti della FCP. Gli Autori postulano perciò l’importanza di un trattamento medico precoce del tinnito basandosi sul fatto che è stato dimostrato che, in animali esposti ad alti livelli di rumore e successivamente trattati con una stimolazione ad alta frequenza, si è avuta una minore perdita di udito rispetto a quella mostrata dagli animali similarmente esposti e dopo lasciati semplicemente in un ambiente tranquillo. Nonostante vi sia stato il riscontro di una perdita di udito negli animali trattati con alte frequenze, quello che convince è che la mappa tonotopica nella corteccia uditiva primaria non mutava. Si ricorda che l’espansione della mappa tonotopica, negli umani con tinnito, è stata associata all’espansione della frequenza del tinnito. Altri studi confermano quanto appena riportato, inoltre dimostrano che animali lasciati in ambiente tranquillo oppure sottoposti a basse frequenze dopo esposizione a rumore mostrano alti livelli di attività sincrona spontanea, caratteristica del tinnito. Viceversa ciò non accade nel caso in cui all’esposizione al rumore sia seguita l’esposizione a suoni ad alta frequenza. Perciò il tinnito viene ridotto o scongiurato dalla stimolazione ad alta frequenza, in questo modo viene ridotta anche la perdita di udito. Considerando i risultati degli studi finora condotti, viene concluso che attendere la possibile remissione spontanea del tinnito possa rivelarsi un pessimo consiglio, specialmente se la FCP è attiva sin da pochi giorni dopo l’esposizione ad alti livelli di rumore capaci di indurre il tinnito.

Introcezione. Il PBN, con le sue proiezioni al nucleo centrale dell’amigdala e ai nuclei intralaminari del talamo, contribuisce al comportamento emotivo conscio, compreso lo stress e l’ansia spesso associati al tinnito. L’amigdala può indurre ulteriori reazioni vegetative e di stimolazione endocrina indirettamente attraverso l’ipotalamo. Il PBN ha connessioni dirette con l’ipotalamo e coi recettori viscerali. Perciò il PBN contribuisce direttamente alla introcezione, ovvero alla condizione fisiologica corporea del ben-essere. L’interocezione è quindi “come mi sento”, frequentemente descritta con toni negativi dai pazienti con tinnito. Essi hanno frequentemente “brutte giornate” in cui descrivono semplicemente di “sentirsi male”. Questi disturbi somatici sembrano essere basati su meccanismi che coinvolgono il PBN come parte della FCP che cointribuisce alle “sensazioni emotive” del tinnito. Un’altra componente della FCP direttamente connessa al PBN è l’insula, coinvolta nella trasformazioni dello stimolo uditivo aberrante in uno stimolo emotivamente allertante (il tinnito).

Corteccia insulare L’insula gioca un ruolo chiave nella consapevolezza cosciente delle emozioni, ovvero l’insula collabora al trasferimento delle risposte emotive dell’amigdala in sensazioni emotive coscienti. Gli Autori nel chiedersi perchè per alcune persone il tinnito sia così resistente al trattamento, riportano la loro esperienza con il trattamento acustico ad alta frequenza del tinnito severo, grazie alla quale la maggior parte dei pazienti indica una riduzione nella severità del sintomo. Gli stessi pazienti riportano, a onor del vero, che l’intensità del tinnito e il fastidio che provoca vengono poco modificati dal trattamento. Questi risultati vengono interpretati in relazione al PBN: l’interocezione potrebbe contribuire alla persistente sensazione di negatività che potrebbe interagire con una depressione clinica generale e indurre un condizionamento alla paura. Anche il successo talvolta ottenuto nel trattamento del tinnito con farmaci antidepressivi, potrebbe avere come bersaglio proprio il PBN.

Conclusioni. Secondo Lenhardt ed il suo gruppo di lavoro, prove convincenti suggerisono che la percezione del tinnito sia il risultato di un’interazione dinamica e complessa di numerose aree uditive e non uditive, definite da Shulman come “via finale comune per il tinnito” nel tinnito severo. Nei modelli animali, questa via finale comune sembra stabilirsi precocemente, suggerendo che i sanitari dovrebbero prendere in considerazione un intervento precoce. Il PBN sembra essere un componente logico ma finora sottostimato che contribuisce al trasferimento di un segnale acustico aberrante dall’amigdala all’insula dove viene trasformato in una sensazione emotiva. Potrebbe essere ipotizzato che alcuni aspetti somatici delle emozioni negative modulate dal PBN siano la causa delle sensazioni corporee “negative” che porterebbero a definire il tinnito come severo idiopatico disabilitante.

The role of the parabrachial nucleus in the natural history of tinnitus and its implications.
Lenhardt ML, Shulman A, Goldstein BA. Int Tinnitus J. 2007;13(2):87-9.

Abstract. The final common pathway in severe tinnitus is modified to include the parabrachial nucleus, which has been identified by c-fos immunocytochemistry as an active, non-auditory site. The parabrachial nucleus acts in conjunction with the amygdala and insula (part of the medial temporal lobe system) to produce a somatic emotional sense that can result in a “bad” feeling. The activation of the final common pathway is rapid, suggesting that early treatment is prudent to prevent neuroplastic changes that would likely lessen affect.

Riassunto. La via finale comune nel tinnito severo è stata modificata per includervi il nucleo parabrachiale che è stato identificato grazie all’immunocitochimica con c-fos come un locus attivo non uditivo. Il nucleo parabrachiale agisce di concerto con l’amigdala e l’insula (che sono parte della porzione mediale del lobo temporale) per produdurre sensazioni somatiche emozionali che emergono sotto forma di “mal” essere. L’attivazione della via finale comune è rapida, suggerendo che un trattamento precoce è prudenziale per prevenire cambiamenti neuroplastici che potrebbero ridurne gli effetti.

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