Adozioni

L’Audiopsicofonologia, fondata dal dr. Tomatis, spazia in numerosi campi di applicazione, ma è particolarmente adatta alle difficoltà che talora incontrano i bambini e gli adolescenti adottati.

Lo scopo della terapia è di migliorare o ristabilire la comunicazione quando questa è stata colpita o perduta.  Il grande contributo del dr. Tomatis è stato di dimostrare che l’orecchio, con le sue molteplici funzioni, gioca un ruolo essenziale nella comunicazione.
Prima di presentare il ruolo dell’orecchio ed i principi di questo approccio, consideriamo un istante i problemi che deve affrontare un bambino adottato.
Le ricerche sulla vita intrauterina non cessano di meravigliare riguardo la ricchezza del vissuto emozionale del bambino. Il feto, nel ventre della madre, forma un tutt’uno col corpo della madre ed altrettanto con la sua vita affettiva. Il dr. Tomatis è stato il primo a dimostrare che il feto percepisce la voce della propria madre a partire dalla ventesima settimana di gestazione. Per lui la voce materna non soltanto fornisce un’intensa stimolazione sensoriale al cervello, indispensabile per la sua maturazione, ma avvolge altresì il bambino in un sentimento d’amore e di sicurezza, vitale per la sua crescita. La qualità della relazione madre/bambino nei nove mesi di gestazione e le circostanze del parto sono fattori estremamente determinanti per lo sviluppo futuro del bambino.


A proposito di adozione, va innanzitutto riconosciuto il coraggio delle madri, dei genitori che adottano il loro bambino. Questo fatto, indipendentemente dalle motivazioni che l’hanno prodotto, rappresenta una speranza per i genitori ed una nuova speranza di vita per il bambino. Anche per i genitori adottivi è l’inizio di una nuova vita nella realizzazione della maternità e della paternità.
Tuttavia, i genitori adottivi devono gestire le ferite affettive del bambino legate alla sua esperienza di abbandono. Le difficoltà che vive il bambino, purtroppo, sono abbastanza consuete, quello che varia è il grado di intensità con cui si manifestano. Si assiste innanzitutto alla paura di ristabilire un attaccamento affettivo, alla paura di “essere tradito” di nuovo ed abbandonato. Viene vissuto inconsciamente il senso di colpa:  “sono stato rifiutato perché non vado bene, non valgo nulla.” Infine, possono esserci sentimenti di aggressività che il bambino rivolge contro sé o contro gli altri, in funzione del suo temperamento e della sua età.
Il “successo” dell’attaccamento ai genitori adottivi dipende molto più dalla capacità del bambino di “riaprirsi” agli altri, più che dagli sforzi dei genitori adottivi. Da qui la sensazione di disperazione che vivono alcuni genitori adottivi davanti alle difficoltà incontrate malgrado tutti i loro sforzi e il loro amore.

Il ruolo dell’orecchio e della terapia d’ascolto.
L’orecchio non serve semplicemente a sentire, ma soprattutto ad ascoltare. Un buon udito non implica necessariamente un buon ascolto. Sul piano psicologico, l’ascolto si realizza grazie alla mobilizzazione dei muscoli dell’orecchio medio che selezionano i suoni desiderati, bloccando i rumori circostanti. Sul piano fisico, l’ascolto sottintende il desiderio di “tendere l’orecchio”. Non  c’è ascolto senza desiderio di comunicare. Fin dalla nascita, è questo desiderio di dialogare la “forza” che, poco a poco, orienta verso l’ascolto. Di conseguenza, si comprende come i traumi affettivi della prima infanzia possano ostacolare un’armoniosa acquisizione dell’ascolto ed agiscano invece come filtri che deformano la percezione del mondo per difesa e protezione da una realtà molto dolorosa.
Grazie alle sue scoperte, il dr. Tomatis ha inventato un apparecchio elettronico per rieducare l’orecchio ad ascoltare. Questo apparecchio agisce sull’orecchio attraverso dei filtri che alternativamente fanno passare l’orecchio dalla configurazione di “riposo” a quella di “lavoro”. La musica (Mozart e i canti gregoriani) passa attraverso filtri che stimolano una vera e propria ginnastica d’ascolto.

Questa terapia permette ai bambini adottati di relativizzare gli avvenimenti traumatici della loro storia. Diventano meno ansiosi e più fiduciosi in loro stessi e negli altri. L’attaccamento diventa più facile e rassicurante.  Allo stesso tempo, le difficoltà di apprendimento che erano legate ai problemi di ascolto vengono progressivamente risolte e si vede il bambino sbocciare verso l’avvenire.