Lateralità uditiva

Il dr. Alfred Tomatis notò che le persone sottoposte alla stimolazione con l’orecchio elettronico – l’attrezzatura terapeutica da lui inventata – miglioravano la qualità dell’emissione vocale e gli effetti si avvertivano soprattutto a carico dell’orecchio destro.

Per indagare su questa osservazione fece una serie di esperimenti tra cui quello di impedire progressivamente ad un cantante, per mezzo di un rumore inviato tramite una cuffia all’orecchio destro, di sentire a destra; in questo modo la voce perdeva progressivamente timbro, volume e perfino la corretta altezza tonale; mentre questo fenomeno non accadeva inviando il rumore a sinistra.

immagine tratta dal libro “L’orecchio e la voce” di Alfred Tomatis

Su ogni livello di elaborazione del suono, il controllo viene effettuato da un solo orecchio, il destro. Abbiamo due orecchie, ma ciascuna con una funzione differente. La principale funzione di quella destra è di essere direttrice: del circuito audio-vocale, audio-visivo, audio-vestibolo-posturale, “audio-emotivo“.
La differenza funzionale poggia su una differenziazione organica nel circuito di ascolto che collega l’apparato uditivo alla laringe: l’orecchio destro finisce per trovarsi più vicino agli organi fonatori di quello sinistro. Inoltre, le aree cerebrali che attribuiscono un significato all’informazione sonora sono solo nell’emisfero sinistro. L’orecchio destro assume, quindi, la direzione delle operazioni perché riceve più rapidamente l’informazione. Ciò che è vero per la musica e per il canto lo è anche per il linguaggio.

L’orecchio direttore si concentra su un suono preciso, mentre l’altro fornisce un panorama complessivo dell’ambiente sonoro. Per meglio comprendere, trasformiamo i circuiti neurali in dimensioni per noi comprensibili: se l’orecchio direttore è il destro abbiamo a che fare con lunghezze che vanno dai 35 ai 70 centimetri, mentre se utilizziamo il sinistro come direttore, le lunghezze possono misurare dai 35 ai 140 metri!

Per cui il “mancino di udito” si trova come proiettato lontano dal suo orecchio, non solo lontano dal suo interlocutore, ma anche lontano dal suo stesso corpo, perché non riesce a raggiungerlo con le “lunghezze” che utilizza. Tomatis paragonava questa differenza al controllo che si riesce ad avere sul cavallo cavalcando con le briglia corte o con le briglia enormemente lunghe!

A volte può essere utile mettersi a distanza dall’altro, quando questi rappresenta una minaccia, creando una difesa, assegnando cioè temporaneamente all’orecchio sinistro il ruolo di direttore. L’inconveniente è che se non si è poi capaci di tornare indietro, di passare cioè di nuovo all’orecchio destro, succede che quando si vuole entrare in comunicazione con sé stessi e con gli altri, ci si trova ostacolati, ci si perde, non si trova l’immagine del proprio corpo, o l’altro è troppo lontano. Si perde il controllo della propria voce, dei propri gesti, e di quelli altrui e ci si ritira ancora di più da un mondo che si comprende sempre meno.

Attraverso le sedute sotto orecchio elettronico è possibile ristabilire facilmente la dominanza di udito destra, allenando così il circuito corretto a riprendersi il posto di direttore.