Riconoscimento della voce materna nello stato vegetativo persistente

In questo articolo, Machado e colleghi utilizzano una tecnica complessa che unisce l’elettroencefalogramma e la risonanza magnetica nucleare per identificare con precisione anatomica le aree cerebrali che mostrano un’attivazione in risposta ad uno stimolo determinato. Hanno applicato questa tecnica a un ragazzino di 8 anni, in stato vegetativo permanente da 4 anni, al quale è stata fatta ascoltare la voce della propria madre e, per confronto, la voce di un’altra donna. Soltanto nel caso della voce della madre gli Autori hanno potuto riscontrare un’attività cerebrale proprio nelle aree deputate al riconoscimento del linguaggio, attività che può essere considerata come una “risposta” e che pone non pochi interrogativi.

Riassunto. Abbiamo studiato un ragazzino di 8 anni il cui quasi annegamento lo ha lasciato in uno stato vegetativo (VS) per 4 anni al momento dello studio. I riscontri clinici soddisfavano i criteri per la diagnosi di VS. Lo scopo dello studio è stato quello di indagare se ci fosse un’attivazione cerebrale significativa in risposta all’ascolto della voce della propria madre rispetto all’ascolto della voce di una sconosciuta. I dati sono stati valutati attraverso una tomografia elettrica quantitativa (QEEGt), una tecnica che combina informazioni anatomiche sul cervello con i pattern EEG e RMN per stimare la provenienza dell’EEG all’interno del cervello. Abbiamo trovato differenze significative per le frequenze EEG da 14 a 58Hz con un picco a 33.2 (banda gamma). La ricostruzione 3D ha mostrato che le differenze statisticamente significative erano localizzare nelle regioni laterali e posteriori dell’emisfero sinistro. Non sono state riscontrate differenze significative fra la voce di una sconosciuta e le condizioni di base. Questi risultati dimostrano il riconoscimento della voce materna e indicano un’elaborazione linguistica residuale di alto livello in un paziente che soddisfa i criteri clinici per lo VS. Questi risultati aprono implicazioni etiche e pratiche per la gestione dei pazienti in stato vegetativo.

Recognizing a mother’s voice in the persistent vegetative state.
Machado C(1), Korein J, Aubert E, Bosch J, Alvarez MA, Rodríguez R, Valdés P, Portela L, Garcia M, Pérez N, Chinchilla M, Machado Y, Machado Y. Clin EEG Neurosci. 2007 Jul;38(3):124-6.

Abstract. We studied an 8-year-old boy after a near-drowning left him in a vegetative state (VS) for 4 years before the study. Findings fulfilled all clinical criteria for the diagnosis of VS. The purpose of this study was to investigate whether there was significant differential activation of the brain in response to hearing his mother’s voice compared with the voices of unknown women. The data were assessed using quantitative electric tomography (QEEGt), a technique that combines anatomical information of the brain by MRI with EEG patterns to estimate the sources of the EEG within the brain. We found significant differences for EEG frequencies from 14-58 Hz, with a peak at 33.2 Hz (gamma band). The 3D reconstruction showed that these statistical differences were localized in the lateral and posterior regions of the left hemisphere. No significant differences were found between unknown women vs. basal conditions. These results demonstrate recognition of the mother’s voice and indicate high-level residual linguistic processing in a patient meeting clinical criteria for VS. These findings launch new ethical and practical implications for the management of VS patients.

Quanto precocemente e quanto profondamente agisce la voce materna nello sviluppo del sistema nervoso centrale?
Potrebbe essere utilizzato come strumento per intervenire in modo terapeutico e non invasivo per recuperare funzioni cerebrali non altrimenti reclutabili?

Grazie all’Audiopsicofonologia di A. Tomatis, l’esperienza clinica dell’impiego della voce materna così come veniva sentita in utero ha un effetto di armonizzazione e sincronizzazione dell’attività elettrica cerebrale, ma anche di recupero delle “zone grigie” che si trovano ai margini delle aree cerebrali definitivamente danneggiate.

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