Disordini dell’elaborazione uditiva centrale – CAPD

L’elaborazione uditiva è la capacità del cervello di distinguere e attribuire significato agli input sonori (suoni). E’ il punto di incontro fra udire e comprendere. Una corretta elaborazione uditiva richiede la messa in campo di varie abilità: ascoltare, comprendere, interpretare ed esprimere.  

I disordini dell’elaborazione uditiva centrale (CAPD – Central Auditory Processing Disorder) sono un complesso gruppo di sintomi che descrivono la difficoltà ad integrare le informazioni uditive.
Questi sintomi possono comprendere:

  • difficoltà nell’utilizzo del linguaggio e nell’articolazione di ciò che una persona desidera dire
  • difficoltà nel seguire o ricordare istruzioni
  • lentezza nell’elaborazione di un linguaggio intellegibile
  • difficoltà nel leggere ad voce alta
  • carente risposta al linguaggio umano, mentre permane normale quella ai suoni ambientali
  • inversione di lettere e parole: per esempio “d” e “b”, “cip” e “pic”
  • difficoltà nel pronunciare parole: per esempio “fussicente” al posto di “sufficiente”
  • difficoltà ritmiche
  • lentezza nell’apprendere la connessione fra lettere e suoni
  • difficoltà nel ripetere un racconto nella sequenza corretta
  • mancanza di una netta lateralizzazione oltre i 4-5 anni

L’elenco sopra riportato fa riferimento in particolare ai bambini, ma anche gli adulti possono andare incontro a problemi nell’elaborazione uditiva e quindi beneficiare dell’integrazione sensoriale offerta dalla terapia d’ascolto.

Disturbi dell’elaborazione uditiva e trattamento con la terapia d’ascolto secondo il metodo Tomatis

L’orecchio è l’organo attraverso il quale le parti del cervello direttamente o indirettamente coinvolte nell’eleborazione uditiva possono essere stimolate. Il dr. Alfred Tomatis, medico otorinolaringoiatra ha trovato il modo di migliorare le funzioni cerebrali stimolando le orecchie utilizzando la musica. Questa stimolazione può essere ottenuta grazie alla terapia d’ascolto.
E’ un programma grazie al quale le persone ascoltano in cuffia musica filtrata in base alle singole e personali esigenze.

Il filtraggio avviene grazie ad uno strumento inventato dal dr. Tomatis (chiamato Orecchio Elettronico) che impone cambiamenti tonali e frequenze acute per arrivare a stimolare l’intero sistema uditivo, dal timpano alle cortecce uditive.
La struttura organizzata ed armonica della musica classica con il suo effetto stimolante, ulteriormente incrementato dall’Orecchio Elettronico è stata provata essere una via efficace per aumentare l’efficienza neurale nell’elaborazione dei suoni. La terapia d’ascolto tratta la causa del problema lavorando sia sulle orecchie sia sul modo in cui il suono viene percepito dal cervello.

La dr.ssa Teri Jamer Bellis, massima esperta nei CAPD ne ha schematizzato 5 categorie in relazione a quale regione del cervello mostra prestazioni inferiori alla norma.


Deficit di decodifica uditiva
regione interessata: corteccia uditiva primaria sinistra
E’ il tipo classico di CAPD. L’elaborazione dell’informazione è lenta e non accurata, ciò comporta che il bambino (l’adulto) deve lavorare di più per interpretare ciò che le orecchie hanno sentito.

Problemi connessi:

  • difficoltà nello spelling (computazione)
  • scarse capacità analitiche
  • difficoltà di ascolto in ambienti rumorosi (sembra ci siano problemi di udito ma il test audiometrico è normale)
  • stimolando le connessioni nella corteccia uditiva
  • migliorando la chiarezza d’udito
  • aumentando la velocità dell’elaborazione dell’informazione

La terapia d’ascolto può aiutare:


Deficit di associazione uditiva
regione interessata: corteccia uditiva associativa sinistra
Questi bambini hanno difficoltà nell’applicare le regole del linguaggio ai suoni che sentono. Il rumore ambientale spesso riduce le loro abilità nel comprendere il linguaggio. In classe tendono a rendere meno rispetto ai compagni.

problemi connessi:

  • deficit nella ricezione del linguaggio: compresa la semantica e la sintassi – spesso diranno di “non aver capito”, di “non sapere cosa vuoi dire”
  • scarsa comprensione nella lettura
  • difficoltà coi problemi matematici che comprendono l’uso di parole

La terapia d’ascolto può aiutare:

  • stimolando le connessioni nella corteccia uditiva
  • migliorando la comprensione linguistica e l’uso di un vocabolario più ampio
  • aumentando la velocità di elaborazione.

Deficit di integrazione
regione interessata: corpo calloso e cervelletto
Questi bambini hanno difficoltà nel portare a termine compiti che richiedono l’integrazione fra diversi sensi (per esempio vista/coordinazione della mano). Hanno difficoltà particolarmente nel far collimare le informazioni uditive e visive, e  frequentemente mostrano ritardi di risposta.

problemi connessi:

  • tendono a compitare foneticamente e non secondo le regole
  • possono “cantare” l’alfabeto ma faticano ad elencare le singole lettere
  • mostrano di avere poca memoria quando viene chiesto loro di ripetere qualcosa che hanno appena udito
  • mostrano scarsa coordinazione quando usano entrambe le mani

La terapia d’ascolto può aiutare:

  • stimolando l’integrazione sensoriale attraverso il cervelletto
  • migliorando le connessioni visuo-uditive
  • stimolando la via orecchio destro/cervello sinistro migliorando l’efficienza del corpo calloso e dell’elaborazione uditiva

Deficit di prosodia
regione interessata: corteccia uditiva non primaria (destra) ed aree associate, nonchè cervelletto
Questi bambini hanno particolare difficoltà a cogliere l’intonazione. Parlano o leggono in modo monotono, ed hanno difficoltà nel cogliere le indicazioni tonali che indicano se un messaggio è umoristico, sarcastico o interrogativo. I bambini con difficoltà prosodiche hanno problemi con la comunicazione pragmatica – gli elementi di base della comunicazione sociale come i saluti, le presentazioni, mantenere viva una conversazione, eccetera

Problemi connessi:

  • difficoltà di compitazione
  • difficoltà con la matematica e i calcoli
  • difficoltà nei compiti visuospaziali
  • difficoltà a cantare intonati

La terapia d’ascolto può aiutare:

  • aumentando la sensibilità alle alte frequenze e quindi nella decodifica emotiva del significato dei suoni
  • stimolando e integra l’intero cervello attraverso l’impiego di melodie complesse, del ritmo e dell’armonia
  • integrando l’emisfero destro grazie ad input multisensoriali per mezzo dell’intermediazione del cervelletto

Deficit di organizzazione dell’output
regione coinvolta: sistemi fronto-temporali e/o sistemi efferenti e cervelletto
Questi bambini hanno difficoltà nell’organizzare, mettere in ordine, richiamare o esprimere risposte appropriate. Hanno ascoltato, analizzato, correttamente connesso e associato le informazioni necessarie, ma hanno difficoltà nell’articolare quello che vogliono dire. I bambini con deficit nell’organizzazione dell’output hanno generalmente difficoltà con compiti che richiedono abilità motorie o di pianificazione

Problemi connessi:

  • scarso udito in ambienti rumorosi
  • scarse abilità organizzative
  • difficoltà col linguaggio espressivo e il richiamo mnesico delle parole

La terapia d’ascolto può aiutare:

  • migliorando le prassie attraverso la stimolazione del cervelletto
  • attivando le vie uditive efferenti
  • migliorando le connessioni in tutto il cervello e la memoria uditiva