Effetto Tomatis

In seguito agli esperimenti e alle osservazioni sui cantanti lirici e sugli operai sottoposti a intenso rumore, il dott. Tomatis mise a fuoco il sorprendente parallelismo esistente tra la curva di audizione e la curva vocale. Poté così enunciare quello che poi sarà definito EFFETTO TOMATIS che corrisponde alla

PRIMA LEGGE TOMATIS

“la voce contiene quello che l’orecchio sente”
La laringe emette solo le armoniche che il soggetto è in grado di udire

Qualche tempo dopo nel laboratorio della Sorbona diretto dal prof. Housson venne realizzata la dimostrazione sperimentale delle leggi che secondo Tomatis sono alla base dell’autocontrollo audiofonatorio. L’Effetto Tomatis fu depositato all’Accademia delle Scienze di Parigi nel 1957 e completato nel 1960 con la formulazione di altre due leggi

SECONDA LEGGE TOMATIS

“Se si da all’orecchio leso la possibilità di udire correttamente le frequenze perse o compromesse, queste vengono istantaneamente ed inconsciamente ristabilite nell’emissione vocale”

TERZA LEGGE TOMATIS

“La stimolazione uditiva effettuata per un certo periodo di tempo modifica, per fenomeno di persistenza, la postura di autoascolto del soggetto e, di conseguenza, la sua fonazione”.

Alfred Tomatis continuò in seguito a ricercare la possibilità di modificare la facoltà di ascolto con lo scopo di migliorare le prestazioni vocali dei cantanti in difficoltà e lo fece realizzando dei montaggi elettronici a base di filtri. Con un lungo percorso sperimentale riuscì a realizzare un’apparecchiatura elettronica che verrà poi chiamata ORECCHIO ELETTRONICO.

Oltre che lavorare su cantanti ed operai degli arsenali, Tomatis nel suo studio di Parigi vedeva regolarmente molti bambini con difficoltà di apprendimento e persone con diverse patologie. In questo modo raccolse moltissimi audiogrammi di soggetti diversi che lo portarono ad elaborare l’ipotesi che l’individuo può proteggersi o rifiutare le informazioni nocive al suo orecchio, chiudendolo o bloccandolo parzialmente. Questa chiusura è effettivamente possibile e si realizza grazie all’attività dei muscoli dell’orecchio medio, e d’altra parte, se questi rimangono a lungo inattivi o con una funzione parziale o disarmonica, perdono la loro tonicità con il risultato che i suoni vengono percepiti in maniera scorretta.