Centro di rieducazione sonico vibrazionale
Espressione vocale

“La voce emette solo ciò che l’orecchio sente.”

Questa affermazione, nota ed accettata in ambito scientifico come “Prima legge di Tomatis” è il presupposto per cui la terapia di ascolto, proposta dall’Audiopsicofonologia, è utile per tutti coloro che utilizzano la voce per professione o per diletto. Inoltre è un efficace strumento terapeutico nel caso di balbuzie, difficoltà articolatorie, ecc., in particolare per:

  • insegnanti
  • cantanti/musicisti
  • attori
  • comunicatori (conferenzieri, manager, professionisti, ecc.)
  • balbuzienti

L’orecchio ha diverse funzioni:

  • una funzione di equilibrio e organizzazione spazio-temporale: assicura l’integrazione corporea, il controllo dei movimenti, la postura, il ritmo, la destrezza e la fluidità;
  • una funzione di analisi in altezza, tono e intensità del suono;
  • una funzione di dinamizzazione del cervello: in particolare i suoni acuti (armoniche) che forniscono ricarica corticale.

Inoltre, l’orecchio è in stretta connessione col sistema nervoso e la vita neurovegetativa. Perciò, la stimolazione sonora che si ottiene attraverso l’Orecchio Elettronico (l’apparecchiatura con cui si realizzano le sedute di Audiopsicofonologia che ha un’azione centrata sull’ascolto osseo/aereo, sulla lateralizzazione, sulla selettività grazie alla rieducazione della muscolatura dell’orecchio medio) consente un miglioramento nei seguenti ambiti:

  • finezza della percezione e dell’analisi sonora;
  • tono muscolare e rilassamento
  • risonanza del suono ed energia
  • chiarezza, fluidità e intonazione della voce
  • memoria e concentrazione
  • facilità nell’apprendimento e nella comunicazione
  • ascolto della propria voce e self-confidence
  • destrezza e relazione fisica con lo strumento
  • ritmo e stabilizzazione del tempo
  • controllo dell’accuratezza e melodia
  • espressività e interpretazione
  • creatività

Ciò si ottiene poichè si modifica il sensore del circuito cibernetico che presiede il meccanismo di controllo che permette l’adeguamento della qualità della voce, della colata fonica, della sua velocità, del suo ritmo e intonazione. Si interviene parimenti sul controllo della semantica che sostiene la realizzazione della colata verbale.

Che si tratti di voce parlata o cantata, la rimessa in opera dei circuiti audio-fonatori porta al miglioramento dei disturbi disfonici e delle deficienze che alcuni professionisti della voce possono incontrare durante le loro attività. La predisposizione di una programmazione sonica personalizzata consente, attraversando le varie fasi dell’elaborazione del linguaggio, a partire dalla vita intrauterina, di trattare alcuni problemi di espressione quali: la balbuzie, le difficoltà articolatorie (grazie agli stessi meccanismi, si interviene anche sulla grafia).

Per il professionista, le difficoltà possono manifestarsi come: svogliatezza, incapacità di essere performante, perdita degli ideali. La fatica d’ascolto confina la sua voce ad un suono monotono, senza modulazione, senza espressione; anche la correttezza dell’espressione perde smalto, la voce diviene più alta o più bassa e si assiste ad un calo nel sincronismo e nella velocità.

Per l’insegnante, l’oratore, le difficoltà possono presentarsi in relazione alla fatica vocale e/o alla gestione dell’emotività. Le disfonie, i polipi, le raucedini in chi utilizza la voce per lavoro sono spesso dovuti ad un mal-utilizzo dell’apparato fonatorio.

Ristabilendo l’ascolto, la voce può essere emessa senza fatica, piena, ricca di colore e di passione.

MUSICISTI

La musica richiede, da parte di chi la suona, la presenza di un orecchio fine, capace di intendere i suoni con precisione e rapidità; così come una memoria in grado di ritenere un’intera frase musicale, di integrare i diversi elementi.

Il Bilancio Audiopsicofonologico permette, grazie in particolare al “test d’ascolto”, di oggettivare le difficoltà di ascolto di un musicista, di comprendere le ripercussioni nel suonare il suo strumento e di proporre l’intervento più opportuno.

L’educazione sensoriale sotto Orecchio Elettronico porterà al musicista la consapevolezza delle caratteristiche specifiche di ciascun orecchio, così come la capacità di gestire il tempo della frase musicale grazie al controllo dell’orecchio direttore (destro). Si ottiene altresì una migliore integrazione posturale dello strumento grazie alla stimolazione della conduzione ossea e alla ricarica del tono muscolare che consentono, entrambe, una migliore percezione delle armoniche superiori.

Si osserva una sorta di ri-motivazione del musicista. Riscopre il suo timbro, gestisce meglio il ritmo, precisa i gesti e migliora il fraseggio. Si va verso la liberazione dalla tecnica per una migliore coscienza psicomotoria che aiuta a riconquistare una maggiore confidenza con se stessi. L’Audiopsicofonologia permette di ritrovare il proprio potenziale tecnico ed espressivo.

Il lavoro attivo sotto Orecchio Elettronico permette di esplorare il suono dello strumento con maggiore libertà e facilità.

Molti artisti si sono giovati delle sedute di Audiopsicofonologia per la loro professione, fra i più noti: Maria Callas, Placido Domingo, Romy Schneider, Gérard Depardieu, Sting, Stefano Accorsi …

Per saperne di più:

A. Tomatis. L’orecchio e la voce. Baldini&Castoldi

W. Coppola. Musica 214. Marzo 2010. pp 40-43