Centro di rieducazione sonico vibrazionale
Anatomia dell’Orecchio

“L’uomo è un’antenna all’ascolto dell’universo. E’ un’apertura verso la conoscenza. La dimensione psicologica è legata all’insieme delle attività dell’apparato uditivo. L’orecchio reagisce sotto l’effetto dello psichismo e l’ascolto conduce al dialogo. Esso è il fondamento stesso della comunicazione. Così lo psichismo, il sociale ed il sistema uditivo sono uniti ed asserviti ad una stessa funzione.”

L’analisi anatomica classica divide l’orecchio in tre parti: l’orecchio esterno, medio ed interno. Lo descriveremo con un approccio diverso, che parte dall’orecchio interno e va verso quello esterno passando per il medio, poiché questa sequenza segue da vicino lo sviluppo filogenetico ed ontogenetico di questo organo.

ORECCHIO INTERNO

L’orecchio interno è la parte più profonda dell’organo uditivo, situato in una struttura ossea a forma piramidale, da cui il nome di piramide o rocca petrosa. E’ costituita da un materiale osseo molto duro. All’interno contiene una vescicola ossea che le è unita con supporti sottili: il labirinto osseo. L’orecchio interno è l’insieme di contenente e contenuto.

Il contenente: il labirinto osseo (vescicola labirintica) è scolpito in un osso denso e duro come l’avorio. All’interno si trova il labirinto membranoso, la parte funzionale e recettoriale dell’orecchio interno. Si divide in due parti che hanno ciascuna ruoli specifici ed è il supporto di elementi sensoriali che classifichiamo in due categorie a seconda delle loro funzioni:

– tutto ciò che è legato all’equilibrio dipende dalla parte posteriore,

– l’audizione dipende dalla parte anteriore.

Queste due funzioni, apparentemente distinte e spesso considerate indipendenti, appartengono ad uno stesso organo che si è ampliato nella struttura a seconda dei diversi bisogni funzionali sopraggiunti.

Il labirinto membranoso è il contenuto di quello osseo. E’ immerso in un liquido detto “perilinfa” nel quale è sospeso tramite piccoli legamenti attaccati alla parte posteriore. All’interno circola un liquido chiamato “endolinfa”. La parte posteriore del labirinto è la più arcaica e si chiama vestibolo. La parte anteriore e più recente è chiamata coclea.

Il vestibolo è una struttura assemblata in apparenza con montaggi successivi. Nello sviluppo filogenetico, l’utricolo è il primo elemento ad essersi formato. Tutto appare esserglisi attaccato in tempi successivi. Ogni aggiunta è la risoluzione di un problema, la risposta ad una necessità funzionale. E’ provvisto di tre canali semicircolari, che si distinguono fra loro per la posizione nello spazio: saggitale, trasversale, orizzontale. Ogni canale è provvisto di un’ampolla situata nella sua parte anteriore. Il sacculo, di forma sferica, è più piccolo dell’utricolo a cui è unito nella parte bassa anteriore. Nella parte postero-inferiore dell’utricolo e nella parte postero-superiore del sacculo si osservano dei tubi, di piccolo diametro, che si riuniscono formando un canale membranoso che sbocca nel sacco endolinfatico. Infine la coclea è l’ultimo annesso che si aggiunge a questo insieme vestibolare. La coclea è posta in avanti e in basso nel blocco vestibolare. Essa si svolge come una chiocciola con partenza dalla parte inferiore del sacculo al quale e unita dal canale di Hensen o canale riunente.

Nella parte interna, il condotto cocleare è sostenuto da una lamina ossea, chiamata lamina spirale, disposta a ponte dal bordo interno della chiocciola verso il canale. Nel suo bordo libero la lamina a spirale offre l’attacco agli altri due lati del canale membranoso che assume un aspetto prismatico e che in sezione appare triangolare:

    • il lato esterno, abbiamo visto, è chiamato legamento spirale
    • quello superiore (chiamato membrana di Reissner) è estremamente sottile e costituito da due linee di cellule divise da una sottile membrana connettivale;
  • il terzo lato, l’inferiore (chiamato membrana basiliare), è più spesso ed è costituito da un vero ponte cellulare gettato fra il bordo libero della lama a spirale e il bordo esterno del legamento spirale che divide il canale osseo in due condotti o rampe, chiamate l’una vestibolare (la superiore), l’altra timpanica (l’inferiore).

Specifiche zone “privilegiate”, situate nella coclea e nel vestibolo, servono a decodificare fenomeni diversi, assicurando con la loro stimolazione l’equilibrio, la cinetica, l’analisi frequenziale. Queste zone hanno una caratteristica comune: la presenza di una cellula che si trova nelle zone attive del labirinto membranoso. Questa cellula è di forma oblunga o cilindrica con un nucleo basale. E’ ricca di mitocondri. Ha nella sua parte libera (apicale) delle ciglia a numero variabile.

Distinguiamo:

  • le cellule sensoriali utricolari che tappezzano una superficie chiamata “macula utricolare” o “lapillus”;
  • le cellule sensoriali dei canali semicircolari, che si trovano nelle creste ampollari;
  • le cellule sensoriali sacculari, che si dispongono nella “macula sacculare” o “sagitta”;
  • le cellule sensoriali cocleari distribuite sulla membrana basilare.

ORECCHIO MEDIO

Situato all’esterno dell’orecchio interno, da cui è separato dalla faccia esterna del labirinto osseo, l’orecchio medio ha una forma biconvessa. Nella parte posteriore comunica con la mastoide attraverso un canale: l`aditus ad antrum.

In avanti arriva fino alla faringe tramite la tromba di Eustachio. Due aperture lo mettono in comunicazione con l’orecchio interno, una supero-posteriore, la finestra ovale, l’altra in basso, quella rotonda. Infine l’apertura timpanica lo mette in relazione con l’orecchio esterno.

Contiene tre ossicini che da dentro a fuori sono: la staffa, l’incudine e il martello. Data la loro origine embriologica e la loro struttura dinamica, questi ossicini formano due blocchi: uno interno (la staffa), l’altro esterno (incudine e martello) chiamato anche blocco incudo-malleolare.

Il primo è in stretto legame con l’orecchio interno, di cui è il principale elemento attivo di regolazione. Il secondo è in relazione con l’orecchio esterno ed è associato al movimento della membrana timpanica.

L’insieme degli ossicini forma un ponte fra l’orecchio interno e la membrana timpanica. La base della staffa (platina) chiude il labirinto osseo a livello della finestra ovale. Il martello è solidamente legato alla membrana timpanica. Due piccoli muscoli infine completano questo meccanismo. Essi hanno il nome degli ossicini su cui si inseriscono: la staffa ed il martello.

Questo ponte costituisce un sistema mobile che è in costante equilibrio. Esso risponde a tutte le sollecitazioni acustiche. Bisogna ricordare che:

  • il muscolo della staffa è innervato dal VII nervo cranico, che estende il suo territorio di innervazione a tutti i muscoli della faccia;
  • il muscolo del martello riceve un nervo motore dal V nervo craniale che innerva anche tutti i muscoli masticatori.

La membrana timpanica separa quindi l’orecchio medio da quello esterno ed ha forma circolare. E’ una lamina vibrante. La sua parte inferiore, chiamata “zona densa”, è posta sotto il punto centrale, detto ombelico. Nella parte superiore, esiste una zona flaccida chiamata “membrana di Scharpnell”, che è insensibile ai movimenti determinati dalle vibrazioni acustiche.

ORECCHIO ESTERNO

Il condotto uditivo esterno, ad andamento più o meno sinuoso, è diretto verso il padiglione. E’ di forma cilindrica e ha una lunghezza di circa 25 mm.

Il padiglione è la parte visibile dell’orecchio umano, è posto ai lati della testa e funziona come un collettore di suoni per l’apparato uditivo. E’ una specie di antenna costituita da un supporto cartilagineo ricoperto di cute. Al centro è concavo e si prolunga nel condotto uditivo esterno.