Dolore

Il dolore viene definito dalla International Association of Study on Pain come la sensazione spiacevole e l’esperienza emotiva negativa associata a un danno tissutale potenziale o reale o comunque descritta in rapporto a tale danno.
Non si tratta di una semplice percezione ma di una complessa esperienza sensoriale che si concretizza in una “emozione”.

L’Audiopsicofonologia può essere utile nel lenire e talvolta risolvere:

  • dolori cronici
  • cervicalgie e lombalgie
  • cefalee muscolo-tensive
  • dolore neoplastico

A provare dolore è la testa, non il corpo, nel senso che dal corpo vengono portate al cervello delle informazioni che il cervello elabora e definisce come dolore. Prova ne è il dolore da arto fantasma, ovvero la sensazione, talvolta insopportabile, che provano le persone in riferimento alla parte del corpo che è stata loro amputata.
L’informazione dolorosa sorge come segnale d’allarme nel corpo, sale verso la testa, e fa una prima tappa nella parte del cervello in cui risiedono i centri di controllo del respiro, della frequenza, cardiaca, delle necessità biochimiche e ormonali ecc, in modo che venga garantito l’intervento primario, biologico, essenziale, sulla parte offesa. Tutto questo avviene nella parte bulbo-pontina del cervello e da lì immediatamente partono segnali in discesa per far fronte prontamente ed efficacemente alla situazione. Noi, lassù non sappiamo ancora nulla di ciò che sta accadendo …
Poi l’informazione sale, raggiunge il talamo, dove viene riconosciuta per la prima volta la natura della percezione. Ovvero viene data la risposta alla domanda COSA E’? E’ dolore.
Nel frattempo, la stessa informazione che era partita dal talamo, raggiunge il sistema limbico che, in relazione ad esperienze passate, a informazioni memorizzate ecc, risponde alla domanda QUANTO? Fa male molto o poco, è sopportabile o non lo è, mi spaventa o vado avanti ugualmente.
In questo modo alle cortecce associative – quelle che ci rendono “pensanti” – l’informazione arriva completa in modo che possa essere deciso il da farsi.

Per esempio. C’è una carie in un dente. Prima tappa bulbare e pontina: vengono avviate le procedure di reazione biochimica del caso che vengono dirette verso il dente in modo che ci sia sangue abbastanza per portare le sostanze necessarie e portar via i rifiuti, eccetera. Seconda tappa talamo, dove avviene l’identificazione che la sensazione in arrivo è dolore. Terza tappa, la corteccia sensoriale dove viene identificato che è il primo molare superiore di destra che fa male. Nel frattempo, a livello del sistema limbico, viene confrontata l’informazione coi precedenti mal di denti, con la paura del dentista, con gli impegni che abbiamo quel giorno lì, ecc… e viene assegnato un valore emotivo al “mal di denti”. A quel punto la corteccia associativa, pensante, decide cosa fare.

C’è un altro meccanismo da tenere in considerazione quando si tratta l’argomento dolore, cioè che presto si istaura un circolo vizioso fra dolore – contrazione muscolare e ansia.

Tutte le volte che c’è dolore, nella zona circostante avviene una contrazione muscolare riflessa che serve a tenere immobilizzata la parte dolorante in modo da facilitarne la guarigione. Ma, dall’altra parte, la sensazione dolorosa e la contrazione muscolare annessa fanno aumentare la tensione emotiva e l’ansia. L’incremento dell’ansia fa “rispondere” al sistema limbico con un aumento dell’intensità del dolore. Ad aumentare ancora il carico c’è l’ansia anticipatoria, ovvero l’attesa che ri-compaia la sensazione dolorosa.

Grazie all’Audiopsicofonologia si riesce a diminuire la contrazione muscolare, a controllare l’ansia anticipatoria e la componente depressiva associata. Chi prende farmaci per controllare il dolore ne diminuisce la necessità, talora fino alla completa dismissione.

Quando il dolore è di natura osteo-articolare, il lavoro di riequilibrio posturale aiuta a togliere i vizi posturali, in particolare quelli compensatori. Inoltre, attraverso l’utilizzo di uno stimolatore osseo periferico si riesce ad intervenire localmente per ridurre l’infiammazione e la contrazione muscolare associata.