Anatomia dell’Orecchio

“L’uomo è un’antenna all’ascolto dell’universo. E’ un’apertura verso la conoscenza. La dimensione psicologica è legata all’insieme delle attività dell’apparato uditivo. L’orecchio reagisce sotto l’effetto dello psichismo e l’ascolto conduce al dialogo. Esso è il fondamento stesso della comunicazione. Così lo psichismo, il sociale ed il sistema uditivo sono uniti ed asserviti ad una stessa funzione.” A. Tomatis

L’analisi anatomica classica divide l’orecchio in tre parti: l’orecchio esterno, medio ed interno. Alfred Tomatis lo descrivere con un approccio diverso, che parte dall’orecchio interno e va verso quello esterno passando per il medio, poiché questa sequenza segue da vicino lo sviluppo filogenetico ed ontogenetico di questo organo.

ORECCHIO INTERNO

L’orecchio interno è la parte più profonda dell’organo uditivo, situato in una struttura ossea a forma piramidale, da cui il nome di piramide o rocca petrosa. E’ costituita da un materiale osseo molto duro. All’interno contiene una vescicola ossea che le è unita con supporti sottili: il labirinto osseo. L’orecchio interno è l’insieme di contenente e contenuto.

Il contenente: il labirinto osseo (vescicola labirintica) è scolpito in un osso denso e duro come l’avorio. All’interno si trova il labirinto membranoso, la parte funzionale e recettoriale dell’orecchio interno. Si divide in due parti che hanno ciascuna ruoli specifici ed è il supporto di elementi sensoriali che classifichiamo in due categorie a seconda delle loro funzioni:

– tutto ciò che è legato all’equilibrio dipende dalla parte posteriore,

– l’audizione dipende dalla parte anteriore.

Queste due funzioni, apparentemente distinte e spesso considerate indipendenti, appartengono ad uno stesso organo che si è ampliato nella struttura a seconda dei diversi bisogni funzionali sopraggiunti.

Il labirinto membranoso è il contenuto di quello osseo. E’ immerso in un liquido detto “perilinfa” nel quale è sospeso tramite piccoli legamenti attaccati alla parte posteriore. All’interno circola un liquido chiamato “endolinfa”. La parte posteriore del labirinto è la più arcaica e si chiama vestibolo. La parte anteriore e più recente è chiamata coclea.

Il vestibolo è una struttura assemblata in apparenza con montaggi successivi. Nello sviluppo filogenetico, l’utricolo è il primo elemento ad essersi formato. Tutto appare esserglisi attaccato in tempi successivi. Ogni aggiunta è la risoluzione di un problema, la risposta ad una necessità funzionale. E’ provvisto di tre canali semicircolari, che si distinguono fra loro per la posizione nello spazio: saggitale, trasversale, orizzontale. Ogni canale è provvisto di un’ampolla situata nella sua parte anteriore. Il sacculo, di forma sferica, è più piccolo dell’utricolo a cui è unito nella parte bassa anteriore. Nella parte postero-inferiore dell’utricolo e nella parte postero-superiore del sacculo si osservano dei tubi, di piccolo diametro, che si riuniscono formando un canale membranoso che sbocca nel sacco endolinfatico. Infine la coclea è l’ultimo annesso che si aggiunge a questo insieme vestibolare. La coclea è posta in avanti e in basso nel blocco vestibolare. Essa si svolge come una chiocciola con partenza dalla parte inferiore del sacculo al quale e unita dal canale di Hensen o canale riunente.

Nella parte interna, il condotto cocleare è sostenuto da una lamina ossea, chiamata lamina spirale, disposta a ponte dal bordo interno della chiocciola verso il canale. Nel suo bordo libero la lamina a spirale offre l’attacco agli altri due lati del canale membranoso che assume un aspetto prismatico e che in sezione appare triangolare:

  • il lato esterno, abbiamo visto, è chiamato legamento spirale
sezione trasversale di un giro di coclea
  • quello superiore (chiamato membrana di Reissner) è estremamente sottile e costituito da due linee di cellule divise da una sottile membrana connettivale;
  • il terzo lato, l’inferiore (chiamato membrana basiliare), è più spesso ed è costituito da un vero ponte cellulare gettato fra il bordo libero della lama a spirale e il bordo esterno del legamento spirale che divide il canale osseo in due condotti o rampe, chiamate l’una vestibolare (la superiore), l’altra timpanica (l’inferiore).

Specifiche zone “privilegiate”, situate nella coclea e nel vestibolo, servono a decodificare fenomeni diversi, assicurando con la loro stimolazione l’equilibrio, la cinetica, l’analisi frequenziale. Queste zone hanno una caratteristica comune: la presenza di una cellula che si trova nelle zone attive del labirinto membranoso. Questa cellula è di forma oblunga o cilindrica con un nucleo basale. E’ ricca di mitocondri. Ha nella sua parte libera (apicale) delle ciglia a numero variabile.

Distinguiamo:

  • le cellule sensoriali utricolari che tappezzano una superficie chiamata “macula utricolare” o “lapillus”;
  • le cellule sensoriali dei canali semicircolari, che si trovano nelle creste ampollari;
  • le cellule sensoriali sacculari, che si dispongono nella “macula sacculare” o “sagitta”;
  • le cellule sensoriali cocleari distribuite sulla membrana basilare.

ORECCHIO MEDIO

Situato all’esterno dell’orecchio interno, da cui è separato dalla faccia esterna del labirinto osseo, l’orecchio medio ha una forma biconvessa. Nella parte posteriore comunica con la mastoide attraverso un canale: l`aditus ad antrum.

In avanti arriva fino alla faringe tramite la tromba di Eustachio. Due aperture lo mettono in comunicazione con l’orecchio interno, una supero-posteriore, la finestra ovale, l’altra in basso, quella rotonda. Infine l’apertura timpanica lo mette in relazione con l’orecchio esterno.

Contiene tre ossicini che da dentro a fuori sono: la staffa, l’incudine e il martello. Data la loro origine embriologica e la loro struttura dinamica, questi ossicini formano due blocchi: uno interno (la staffa), l’altro esterno (incudine e martello) chiamato anche blocco incudo-malleolare.

Il primo è in stretto legame con l’orecchio interno, di cui è il principale elemento attivo di regolazione. Il secondo è in relazione con l’orecchio esterno ed è associato al movimento della membrana timpanica.

L’insieme degli ossicini forma un ponte fra l’orecchio interno e la membrana timpanica. La base della staffa (platina) chiude il labirinto osseo a livello della finestra ovale. Il martello è solidamente legato alla membrana timpanica. Due piccoli muscoli infine completano questo meccanismo. Essi hanno il nome degli ossicini su cui si inseriscono: la staffa ed il martello.

Questo ponte costituisce un sistema mobile che è in costante equilibrio. Esso risponde a tutte le sollecitazioni acustiche. Bisogna ricordare che:

  • il muscolo della staffa è innervato dal VII nervo cranico, che estende il suo territorio di innervazione a tutti i muscoli della faccia;
  • il muscolo del martello riceve un nervo motore dal V nervo craniale che innerva anche tutti i muscoli masticatori.

La membrana timpanica separa quindi l’orecchio medio da quello esterno ed ha forma circolare. E’ una lamina vibrante. La sua parte inferiore, chiamata “zona densa”, è posta sotto il punto centrale, detto ombelico. Nella parte superiore, esiste una zona flaccida chiamata “membrana di Scharpnell”, che è insensibile ai movimenti determinati dalle vibrazioni acustiche.

ORECCHIO ESTERNO

Il condotto uditivo esterno, ad andamento più o meno sinuoso, è diretto verso il padiglione. E’ di forma cilindrica e ha una lunghezza di circa 25 mm.

Il padiglione è la parte visibile dell’orecchio umano, è posto ai lati della testa e funziona come un collettore di suoni per l’apparato uditivo. E’ una specie di antenna costituita da un supporto cartilagineo ricoperto di cute. Al centro è concavo e si prolunga nel condotto uditivo esterno.